Mindfulness per il ciclo di vita

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il dott. Balzano

     

    La mindfulness è un tipo particolare di consapevolezza, che si coltiva dirigendo attenzione all’esperienza che accade momento per momento. Le sensazioni che provengono dal corpo e dall’esterno, i vissuti interiori, le emozioni, i pensieri vengono accuratamente osservati, con atteggiamento di interesse e accettazione. Quando osserviamo un oggetto (ad esempio una parte del corpo, o il fluire del respiro, o i suoni che sorgono e si susseguono nell’ambiente circostante) con piena attenzione e presenza, si può dire che stiamo praticando un tipo di meditazione, la meditazione di consapevolezza. Spesso la nostra mente divagherà dall’oggetto che ci siamo proposti di osservare durante una sessione di mindfulness: ogni volta che ci faremo caso, la riporteremo all’oggetto. Mille volte ci distraiamo, mille volte riportiamo la mente indietro sui suoi passi.

    Diverse pratiche di mindfulness traggono ispirazione e origine dalla meditazione buddista, sebbene attività simili siano previste un po’ in tutte le tradizioni spirituali. La novità della mindfulness sta nel praticare la meditazione non per favorire un’esperienza religiosa, ma per sostenere il proprio benessere e quello della comunità, migliorando lo stato d’animo, la chiarezza mentale, la capacità di relazione e comunicazione con gli altri. A partire dal 1979 Jon Kabat Zinn, l’ideatore del metodo, formulò vari percorsi e training di mindfulness da effettuare in gruppo e li sottopose a rigorose verifiche medico scientifiche. Da allora migliaia di studi hanno mostrato l’efficacia della mindfulness per ridurre lo stress, migliorare il tono dell’umore, essere meno vulnerabili alle dipendenze.

    Oggi, per quanto posa suonare inaspettato, la letteratura scientifica sta raccogliendo in tutto il mondo un crescente numero di dati, esperimenti e test i cui risultati suggeriscono con chiarezza che la pratica della meditazione può rallentare l’invecchiamento, incidendo sui meccanismi che lo determinano, sia a livello cellulare che per quanto concerne il nostro cervello.

    Le principali ipotesi attualmente al vaglio sono tre:

    • La meditazione rigenera perché aiuta a ridurre i processi infiammatori

    • La meditazione risana e fortifica la corteccia cerebrale

    • La meditazione previene la morte cellulare attraverso un effetto diretto sul DNA

    Come vedremo si tratta di tre pilastri del benessere, di cui vale la pena prendersi cura se abbiamo a cuore la nostra vita e, soprattutto, la nostra vita felice.

    Per farlo non esiste una ricetta uguale per tutti: sarà proprio la pratica, da svolgere con gli esercizi presentati alla fine di ogni capitolo, a insegnarci a stilare un compendio personale per renderci ogni giorno sempre più equilibrati, sani e liberi da ciò che ci può nuocere.

    Dott.ssa Maria Beatrice Toro
    Psicoterapueta

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    Dott. Giancarlo Balzano

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